Il problema non si presenta sotto forma di magazzino disordinato. È molto peggio.
Sempre più spesso sento clienti lamentarsi per consegne non rispettate o prodotti consegnati non conformi all’ordine.
Magari il cliente ha lavori in corso che non può completare perché manca solo un raccordo, un interruttore, un contatto.
Oppure — se sei nel B2B — non riesce a chiudere un ordine perché manca proprio il tuo componente.
In ambito produttivo, succede che non puoi spedire un intero ordine perché manca un solo elemento. E questo blocca tutto.
Cosa succede dentro l’azienda quando succede questo?
Le persone iniziano a lavorare in modo affannato, sempre in emergenza.
Fanno fatica a capire dove siano i prodotti, quando siano stati ordinati, perché non siano arrivati.
Spesso, dopo mille ricerche, si scopre che il materiale era in magazzino, ma nascosto da qualche parte.
Proprio per questa dinamica affannata, in poco tempo le persone entrano in conflitto.
Prima in modo sporadico, poi sempre più frequente, fino a diventare norma.
La squadra si ritrova costantemente in conflitto, sempre in emergenza, convinta di fare miracoli. Ma non si sente capita. Si sente sfruttata dai reparti e dai clienti.
E quando, raramente, si prova ad avviare una discussione per migliorare, il conflitto si accende subito.
Risultato? Le persone imparano che è meglio evitare i momenti di confronto e andare avanti così.
Il vero problema? È diventato uno standard.
Questa modalità di lavoro viene ormai percepita come la normalità.
E in questa condizione:
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non si crede che il miglioramento sia possibile, oppure
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si pensa che sia troppo complicato da realizzare.
È una situazione che vedo molto spesso nelle aziende di produzione o nelle rivendite, dove i prodotti si trasformano in migliaia di codici da gestire in tempi strettissimi.
A questo, aggiungiamo che:
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i fornitori cambiano codici;
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si allarga l’estensione di gamma;
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crescono i prodotti e i codici da gestire.
La frittata è fatta.
Ma qual è il nocciolo della questione?
La squadra ha quasi sempre in testa un colpevole:
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“È l’ufficio acquisti!”
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“È il magazzino!”
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“È il commerciale che non comunica bene gli impegni presi!”
Ma la vera questione è un’altra.
👉 Manca, come standard, uno spazio dove i responsabili di funzione si incontrino regolarmente per discutere dei problemi, senza incolparsi.
Uno spazio per capire insieme, oltre i comportamenti individuali, dove sta la radice della questione: processi, flussi, gestionali.
Da dove parte davvero tutto questo?
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Cambia qualcosa nel mercato: più gamma, più volumi, ordini più piccoli e frequenti. È un elemento esterno.
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Questo rompe l’equilibrio precedente, in modo involontario e inconsapevole.
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Non esiste un meccanismo naturale di adattamento da parte della squadra. Non ci sono riunioni per osservare e discutere le disfunzioni.
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Il clima si polarizza. Nascono fazioni, persone che vanno d’accordo con alcuni e in disaccordo con altri.
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Il team si blocca: anziché essere unito, è frammentato.
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La direzione si isola, sopraffatta da dinamiche che non riesce più a gestire, nonostante impegno e grandi dichiarazioni.
E ti accorgi che qualunque soluzione ha mille problemi:
a ogni soluzione, corrisponde un nuovo problema.
Come si risolve? Il metodo in 7 punti
A. Cultura del cambiamento
Serve una cultura che non cerchi il colpevole ma osservi i cambiamenti — interni o esterni — per trasformarli in vantaggi competitivi.
B. Comunicazione strategica
Serve un modello di riunione regolare per osservare cosa succede, confrontarsi su dati, KPI, esperienze.
Serve parlare con metodo, non per sfogarsi.
C. Analisi dei processi, non delle persone
Il focus non è sul comportamento. È sul processo: qual è il flusso che sta creando il problema?
D. Progettare un nuovo flusso
Una volta capita la causa, si genera un nuovo flusso informativo, chiaro e condiviso, al quale tutti possono allinearsi senza conflitti.
E. Evoluzione delle competenze
Ogni nuovo flusso implica nuove competenze, nuovi strumenti, nuove modalità operative.
Serve una fase per identificare cosa va aggiornato — nei reparti, nei ruoli, nei gestionali.
F. Progetti con responsabilità chiare
Ogni progetto di miglioramento ha bisogno di un responsabile, un team consapevole e obiettivi condivisi.
G. Verifiche periodiche
Servono momenti per inserire i correttivi necessari.
Piccole modifiche, misurate, per un cambiamento reale.
In conclusione
Ti sembrerà strano, ma la squadra ha quasi sempre le risposte che servono per risolvere il problema.
Anche quando le risposte sono esterne all’azienda, il team è in grado di capirlo e gestirlo.
Ma questo può succedere solo se si creano le condizioni per il confronto.
👇 Se ti sei ritrovato in queste dinamiche, leggi qui
Se anche tu, come imprenditore o manager, stai attraversando un momento di trasformazione, e senti che la tua squadra può – e vuole – dare di più, non servono magie.
Serve una guida, un metodo e la volontà di sedersi attorno a quel ferro di cavallo e iniziare a guardarsi negli occhi.